15 novembre 2013

Il mio grosso grasso matrimonio greco – scritto da Nia Vardalos e diretto da Joel Zwick

“… Mio padre me lo dice da quando avevo quindici anni. Perchè le brave ragazze greche devono fare tre cose nella vita: sposare ragazzi greci, fare figli greci e cucinare per tutti fino al giorno della loro morte…”
Commedia brillante e geniale, spesso un tantino demenziale, che riprende molti stereotipi comuni. Per alcuni aspetti mi ha fatto riflettere questo film perché è un po’ impossibile non rivedersi. La prima cosa che ho pensato guardando questo film è stato: “E’ proprio vero che tutto il mondo è paese!” perché ci sono quelle cose che tutti ci siamo sentiti dire!Il film parla anche delle differenze culturali che, spesso, fanno ingigantire cose che nemmeno lo sono lontanamente. E’ vero che le differenze culturali possono dividere le persone ma se si facesse come Ian, il co-protagonista del film, forse il mondo sarebbe migliore. Credo sia proprio questo l’intento del film: che importanza fa se si hanno cognomi diversi, se si viene da parti diverse e disparate del mondo, in fondo siamo tutti frutti!
Un altro messaggio importante del film è che la vita è propria e nessuno può impedirci di fare quello che si vuole. Se ci si mette d’impegno, la vita può essere cambiata e può andare come noi vogliamo. Imprevisti a parte!Il film è stato sceneggiato dalla stessa attrice protagonista Nia Vardalos, che si è ispirata ad una propria vicenda personale, infatti la famiglia voleva che sposasse un ragazzo greco ma sposò un americano. Il marito di Nia compare anche nel film e ha la parte del migliore amico di Ian.
La trama. Toula Portokalos, donna trentenne che lavora nel ristorante di famiglia, è insoddisfatta della sua vita. Non si piace fisicamente, vorrebbe essere diversa, vorrebbe essere più sicura e felice. Tra l’altro la sua famiglia di origine greca non l’aiuta, la tiene prigioniera in un contesto ristretto che le ha sempre creato un problema: i greci frequentano altri greci e si sposano tra loro, le ragazze si devono sposare per procreare altri greci e cucinare fino a quando non vanno nella tomba. Toula è la zitella della famiglia e il padre glielo rinfaccia continuamente. Un giorno trova nel ristorante un volantino dell’università per l’iscrizione a corsi d’informatica; Toula decide di iscriversi e con la madre riesce a convincere il padre. Da questo momento Toula rinasce: comincia a curarsi, ad essere più sicura e un giorno si iscrive ad un corso che vede l’informatica applicata al turismo e chiede alla zia Voula di assumerla nella sua agenzia di viaggi. La zia la assume ma prima devono chiedere al padre e, dietro un raggiro fatto dalla madre e dalla stessa zia Voula, Toula ha il posto. Nell’agenzia viaggi incontra Ian Miller che, dopo un paio di uscite, Toula considera l’uomo sbagliato. Ian non è d’accordo, in fondo non c’è nulla che non possa funzionare, devono passare solo del tempo insieme. Toula e Ian cominciano la loro relazione di nascosto alla famiglia di lei, e quando si scopre la relazione scoppia la tragedia! Il padre prende male la relazione perché Ian è straniero e le cose per lui peggiorano quando Ian e Toula vogliono sposarsi. Ian, con infinita pazienza, accetterà tutto ciò che la famiglia, e che il padre di Toula in particolar modo, gli farà vivere e saranno una serie di eventi uno più assurdo dell’altro che termineranno in un finale strappalacrime.

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