30 ottobre 2013

PSYCO – di Alfred Hitchcock: La paura è servita

Il film che tratterò oggi è uno dei capolavori del cinema internazionale. Il regista Alfred Hitchcock è stato il pioniere del genere horror – thriller che crea paura mettendo in risalto l’aspetto psicologico. Tutti i film di Hitchcock hanno un aspetto reale che incute nello spettatore un senso di inquietudine e di ansia. Ciò che colpisce, però, è la paura con la p maiuscola
che proviene da situazioni che possono realmente accadere ad ognuno di noi. Il film di oggi è “Psycho”, pellicola del 1960 in bianco e nero diventata un vero cult e candidato a ben quattro Oscar. La storia ruota attorno ad un mistero che lo spettatore cercherà di capire insieme ai protagonisti, seguendo la voce interiore degli stessi che segnala il loro senso di colpa. I colpi di scena sono continui e, nonostante l’anzianità della pellicola, non sono scontati così come non lo so anche gli effetti speciali. Infatti, nonostante all’epoca non ci fosse la tecnologia per creare chissà quali effetti, bisogna dire che Hitchcock è stato in grado di giocare sull’effetto sorpresa facendo riprese da angolazioni diverse, primi piani e via di seguito, “sorprendendo” lo spettatore nella tranquillità della visione del film. Alla fine lo spettatore avrà la soluzione dell’enigma che lo porterà, come in ogni film di Hitchcock, a riflettere sul tema trattato nell’intera pellicola. La storia è tratta da un romanzo del 1959 che riportava fatti accaduti realmente: l’omicida del film è proprio Ed Gein, protagonista del romanzo realmente esistito.
Altra cosa da dire è che Hitchcock amava tantissimo fare da comparsa in ogni suo film: vi invito ad indovinare in quale scena del film di oggi si vede questo grandissimo regista! La trama: Marion Crane (Janet Leigh) fa la segretaria presso un’agenzia immobiliare e conduce una vita monotona, se non fosse per la relazione segreta con il proprietario di una ferramenta. Stanca di questa sua vita, ruba una grossa somma di denaro appartenente ad un facoltoso cliente e scappa. Durante il viaggio, colmo di sensi di colpa, viene sorpresa dalla pioggia e sbaglia uscita sull’autostrada finendo in un motel desolato. Il “Bates Motel” è un luogo un po’ inquietante: una villa vittoriana si erge proprio alle spalle del motel e lì si vede una donna intenta a fare su e giù per le stanze. Marion, accolta dal figlio della
donna Normann Bates (Anthony Perkins), nota come la convivenza tra madre e figlio non sia delle migliori. Infatti i due litigano furiosamente dopo che Normann aveva invitato Marion a cena, e così, Marion, decide che il giorno dopo sarebbe tornata a casa a rimediare ai guai da lei combinati. Prima di dormire decide di fare una doccia ma la ragazza viene aggredita e uccisa a coltellate dalla signora Bates (sembra). Normann arriva troppo tardi e non ha altra scelta che occultare il corpo di Marion e pulire la stanza. Purtroppo, la morte di Marion, è solo la punta dell’iceberg del segreto del Bates Motel: tanti altri misteri si nascondono tra le mura di quel motel.. quello che posso dirvi è solo di fare attenzione alla vostra prossima doccia!!!

THE WALKING DEAD – CHE SUCCEDEREBBE SE VENISSE LA FINE DEL MONDO??

Da quando vedo The walking dead penso sempre che cosa succederebbe se veramente arrivasse la fine del mondo. Penso ad un luogo sicuro, le provviste da recuperare, le armi … e soprattutto le persone. Questo serial porta a galla il lato oscuro dei sopravvissuti, come riescano a cambiare radicalmente, un po’ per forza maggiore, un po’ per proprio istinto naturale di sopravvivenza deviato dagli avvenimenti orrendi. Mi sono sempre chiesta, vedendo un film horror che aveva come protagonisti gli zombie,
cosa sarebbe successo se i protagonisti fossero sopravvissuti e avessero incontrato altre persone. The walking dead mi ha accontentata e, nonostante la serie abbia avuto un po’ di alti e bassi ( ci sono delle puntate veramente noiose e pesanti) devo dire che ha mantenuto standard alti. Innanzitutto, il make - up è veramente bello, gli zombie sono tutti controfigure e comparse, anche quelli tagliati a metà o senza gli arti. Gli effetti speciali sono fatti bene e fanno sembrare le scene abbastanza realistiche. Il che è tutto dire, non avete idea di che film ( e filmacci!) ci sono in giro spacciati per horror con gli zombie … The walking dead è tratto dal fumetto omonimo di Robert Kirkman ed illustrato da Tony Moore e Charlie Adlard. Il fumetto è stato trasportato in tv dal regista Frank Darabont e la serie, per ora, conta tre stagioni ed è stata confermata la quarta. E’ piuttosto breve come serie, la prima stagione conta solo sei puntate, mentre la seconda tredici. Solo questa terza stagione ne ha contate un po’ di più, sedici. I numerosi cambiamenti avvenuti nella serie sono
stati dovuti anche a varie modifiche nello staff produttivo, ultimo dei quali ha visto Glen Mazzara abbandonare il gruppo e credo che noteremo la mancanza nella quarta stagione. La serie si discosta parecchio dal fumetto, e vi elenco un paio di punti [possibili SPOILER per chiunque volesse iniziare a leggere il fumetto solo adesso!]: - l’ambientazione dark: nel fumetto l’intera situazione è piuttosto cupa, non è molto monotona e pesante come in alcune puntate della serie, infatti nella terza stagione le cose sono cambiate per essere un po’ più fedeli al fumetto; - la morte di Dave: Dave è un personaggio un po’ secondario e che i protagonisti ascoltano e non ascoltano, muore alla fattoria dilaniato da uno zombie. La critica fatta dai fan del fumetto è stato proprio per il ruolo che gli hanno dato nella serie troppo di nicchia, mentre nel fumetto è esattamente il contrario. Tra l’altro Dave, a quanto pare, non doveva morire nella fattoria ma un po’ più in là nella catena degli eventi; - relazione tra Shane e Lori: la relazione, sembrerebbe, parecchio censurata. Il successo che ha avuto The walking dead è stato incredibile. Poco dopo la prima messa in onda è stata rilasciata su internet una web series sul primo zombie che
Rick incontra: la “Bicycle girl” o Hanna. Questa mini serie racconta come sia diventata zombie Hanna e gli eventi fin quando viene uccisa da Rick all’inizio della serie. La trama in poche righe. Rick Grimes, sceriffo di una località vicino Atlanta, si risveglia da un coma di diverse settimane in un ospedale deserto. Uscendo dall’ospedale trova un mondo molto cambiato, ritorna a casa ed è disperato … non c’è più nessuno, nemmeno sua moglie e suo figlio. Incontra un uomo e il suo bambino, e dopo essere stati nell’ex ufficio di Rick per dividere armi e munizioni, i due si dividono con la promessa (non mantenuta) di tenersi in contatto. Rick, andando verso Atlanta, incontra un gruppo di sopravvissuti e, portatolo al campo, ritrova sua moglie Lori e suo figlio Carl, nonché il suo collega e migliore amico Shane. Ma sia Shane che Lori devono nascondere a Rick che, in sua assenza, i due hanno avuto una relazione. Per la donna è tutto finito mentre Shane non è d’accordo, lui ama Lori. Una serie di eventi li porterà a cercare un luogo sicuro, in seguito all’ultimo attacco subìto dagli zombie, che ha portato via molti membri del gruppo. Dopo molte peripezie ed essere scappati dal centro medico di Atlanta, sopraggiungono in una fattoria dove vive il vecchio Hershel, con il quale i rapporti sono inizialmente molto contrastanti. Lori insiste affinché l’uomo li ospiti, anche perché ha scoperto di essere incinta e non sa di chi sia il bambino. Ciò destabilizza ancora di più un già destabilizzato Shane che, in uno scontro mortale con Rick perde la vita mentre la fattoria è sotto assedio da centinaia di zombie. Non resta che scappare ancora una volta finché, dopo diversi mesi, raggiungono una prigione. Questa, a prima vista, sembra sicura ma la presenza di alcuni detenuti mette in pericolo tutti e, dopo la perdita di alcuni membri del gruppo iniziale fra cui Lori, Rick comincia a stare male e ad avere allucinazioni. Nel frattempo le cose si complicano per colpa di un altro gruppo di sopravvissuti , guidati dal “Governatore”, un uomo che sembra avere a cuore l’incolumità dei suoi compagni, tanto d’aver costruito una città, chiamata Woodbury. La guerra sarà inevitabile ma con diverse perdite da entrambe le parti..

La paura fa 90 - ESP Fenomeni paranormali

Ultimamente di film horror belli non se ne trovano molti. Alcuni sono remake di originali ed è meglio non vederli, vengono stravolti eventi e trama per portare innovazione oppure effetti speciali talmente fuori luogo da far divenire il film inguardabile. Di recente si è affermato un nuovo modo di svolgere la trama dei film horror e, devo dire la verità, mi sta piacendo veramente tanto: il documentario nel film. "Blair witch project", Rec, Paranormal Activity ed ESP – Fenomeni paranormali, sono film girati seguendo questa tecnica. L’orrore e la paura vengono servite su un piatto d’argento, lo spettatore è assorto e preso dal “filmino delle vacanze” che si troverà a saltare dalla poltrona immedesimato nel terrore dei protagonisti.
In particolare, ESP – Fenomeni paranormali fa saltare letteralmente dalla paura e, nonostante il secondo film sia stato un po’ meno soddisfacente del primo, crea un’atmosfera di angoscia e ci si sente legati ai destini infausti dei protagonisti. Questi due film sono le opere prime de The Vicious Brothers, nuovi registi del panorama horror che, nonostante siano alle prime armi, se la sono cavata molto bene. Per il primo film non ci sono state così grandi spese, effetti speciali e compensi al cast a parte. La location è il Collingwood Psychiatric Hospital, un manicomio abbandonato da tempo e che si crede maledetto. Anche se il tema del manicomio o dell’ospedale maledetto è un tema un po’ scontato nell’horror, viene trattato in modo veramente originale, la location è divenuta anche lei protagonista indiscussa. Sia nel primo che nel secondo film le presenze si vedranno solamente in un secondo momento. I protagonisti si sentiranno circondati, osservati, beffeggiati dagli spiriti dei defunti pazienti ma la paura salirà alle stelle quando si vedranno questi fantasmi, frutto di effetti speciali veramente ottimi. Un po’ della suspense nel secondo
film si perde, poiché tende ad essere più investigativo, ma la paura dei paziente del Collingwood Psychiatric Hospital è sempre alta! La trama: Il primo film inizia quando una troupe televisiva sul paranormale arriva al fantomatico Collingwood Psychiatric Hospital, sede notturna di fenomeni inspiegabili. Da finestre che si ritrovano aperte il mattino dopo anche se chiuse la sera prima a strane urla sentite all’esterno della struttura … un piatto succulento per gli spettatori amanti del paranormale. La troupe comincerà a sistemarsi, ma arrivata notte fonda si scontreranno con una realtà altamente diversa, ciò che succedeva in quel manicomio è talmente surreale che porterà conseguenze gravissime per ogni protagonista. Il secondo film inizia con il successo ottenuto dal primo docu – film di ESP. Un ragazzo che ha un canale Youtube e studia all’università
cinematografia, si appassiona in modo così morboso ai particolari del film che ne fa divenire una vera e propria ossessione. Va alla ricerca del cast misteriosamente scomparso, dei produttori, dei registi … è convinto che tutto non sia una burla. Non demorde al punto che decide di recarsi nel luogo dove è stato girato il film: il Collingwood Psychiatric Hospital. Il ragazzo scoprirà la verità ma pagherà un prezzo molto alto per averla scoperta. Buona visione! Vi raccomando, se registrate un fantasma o un evento paranormale postatelo a _______________________________________

28 ottobre 2013

HAIBANE RENMEI – La vita / la morte

Oggi voglio uscire fuori dai miei schemi parlandovi di “Haibane Renmei”. Questo anime inedito in Italia (ma è facile trovare su internet le puntate sottotitolate) è tratto da un dojinshiLe piume cineree della Old Home” di Yoshitoshi Abe , autore anche di “Charcoal Feather Federation” e coautore di “Serial Experiment Lain”. È un’anime molto breve, consta di sole 13 puntate e sono una più bella dell’altra. Personalmente non mi attirano molto i cartoni animati ma questo è stato davvero particolare, entra dentro il cuore e fa commuovere tanto.
E’ difficile capirlo “Haibane Renmei”. Ciò che spinge a vederlo è dato dalla curiosità, sapere che cosa si cela nel contesto della storia. Nonostante sia un cartone animato la storia che narra è molto profonda e toccante, è una riflessione sulla vita e sulla morte fatta in modo originale. Quando ho visto questo anime le sensazioni sono state tante, e cercando su internet nei forum in cui si parla di “Haibane Renmei”, sono veramente tante le persone che hanno visto e che amano quest’anime come me. Queste persone ne parlano aprendo il cuore, perché per poter parlare di quest’anime si deve aprire il cuore. Mentre scrivo sto avendo difficoltà perché non so come esternare ciò che ho dentro e descrivervi tutto, ognuno ha una sua emozione, ha una sua visione di questo anime che si riversa anche sulle proprie riflessioni sulla vita e sulla morte. Il fulcro di “Haibane Renmei” è proprio di questo: e se ci fosse un’altra vita dopo la morte? Se ci fosse un mondo intermedio tra noi e ciò che veramente ci attende dopo la morte? Ma non parla solo di vita e di morte, parla anche degli errori che si commettono nella vita, i dolori che toccano a fondo l’anima.
Gli errori si commettono, siamo uomini e come tale siamo imperfetti, ma capire i propri errori è il modo in cui ci distinguiamo dagli animali perché siamo esseri pensanti. Superare il dolore non è mai facile. Ogni persona affronta il dolore nel modo più opportuno che conosce, anche se a volte finisce con il farsi del male o non riuscire a reagire del tutto. Ma bisogna sempre trovare la forza perché, oltre ad essere forti per sé stessi per prima cosa, bisogna essere forti anche per gli altri e chiedere aiuto non è MAI segno di debolezza, anzi … Ma chi sono gli Haibane? Gli Haibane sono umanoidi simili ad angeli, infatti gli crescono le ali qualche ora dopo la loro “nascita” con un processo molto doloroso fisicamente, e gli viene data un’aureola che viene forgiata dagli Haibane più anziani. Inoltre il loro nome deriva da ciò che stavano facendo nel sogno fatto mentre erano nel bozzolo. Gli Haibane devono trovarsi un lavoro nella città, devono usare roba usata o confezionarsi da soli i vestiti con materiali usati, non possono avere denaro perché annotano tutto nei taccuini che vengono loro dati dalla
comunità “Haibane Renmei”. Questa comunità veglia sugli Haibane e impartisce loro le regole che devono seguire alla lettera, come non usare il denaro, non uscire dalla città e non toccare per nessun motivo le mura che cingono la stessa città. Gli Haibane devono comportarsi bene secondo le regole perché solo così possono vivere il “Giorno del volo” (Day of Flight). Purtroppo non tutti gli Haibane possono vivere questo giorno perché alcuni sono definiti come “sin – bound”, cioè sono marchiati perché non riescono a ricordare il sogno fatto nel bozzolo e sono condannati a rimanere per sempre entro le mura della città. Questi Haibane si riconoscono perché hanno le ali macchiate di nero o totalmente nere. La trama Una ragazza sembra sospesa nel cielo, accanto a lei c’è un corvo che tenta di afferrarla. La ragazza, così, si rende conto che non è sospesa nel cielo ma sta cadendo e subito dopo si risveglia in uno strano luogo. Il luogo è pieno di acqua ma riesce a respirare e cerca di uscire da quel luogo così strano seguendo le voci che sente in lontananza. Nel frattempo all’esterno c’è grande fermento! Il luogo in cui si trovava la ragazza di prima è un bozzolo e ci sono delle ragazze simili ad angeli che si preparano a ricevere il nuovo arrivo. Alla fine il bozzolo si apre e la
ragazza che vi era dentro si risveglia in un letto con tutte intorno le altre ragazze. Le spiegano che ora è una Haibane, che ciò che ha vissuto nel bozzolo era un sogno: è da ciò che proverrà il suo nome “Rakka” (significa cadere). Le danno come dono un’aureola e le spiegheranno che tra qualche ora le usciranno anche le ali. Infatti, nella notte, Rakka comincia a stare male, comincia a sentire forti dolori alle spalle e la sua pelle finisce con lo spaccarsi per far fuoriuscire delle grandi ali grigie! Non aggiungo nient’altro, vi consiglio con tutto il cuore di vederlo! Vi faccio presente che su internet troverete una traduzione approssimativa del titolo dell’anime che è “Haibane Renmei – La confederazione delle piume cineree”.

SEX AND THE CITY: AMICIZIA, AMORE E SESSO

Oggi vi parlo di una delle serie tv che è stata la più provocatoria, oltre che tra le serie più amate e premiate.“Sex and the city” racconta le vicende di Carrie, Miranda, Charlotte e Samantha riguardo al loro rapporto con l’amore e, soprattutto, con il sesso, vivendolo a volte come un gioco e a volte come un qualcosa di insormontabile, tanto da far pensare che solo l’amicizia sia l’unico legame solido e leale. Il nome della serie deriva dal nome della rubrica che Carrie cura sul fantasioso giornale “New York Star”. Carrie scrive riguardo le sue relazioni e quelle delle sue amiche (infatti la voce narrante è quella di Carrie mentre scrive la sua rubrica), chiedendosi, ad esempio, se il rapporto a tre sia la nuova frontiera delle relazioni, se le donne siano diventate intolleranti al romanticismo, se sia giusto o meno conoscere il mondo dell’altro anche se si tratta di relazioni molto passionali e via di seguito.
Questa serie tv è tra le mie preferite perché non è mai caduta nel banale e si è interrotta nel momento giusto, senza creare quelle trame insulse e pesanti, senza senso dall’inizio alla fine. Infatti, per ultimare con una certa precisione l’intera storia, sono stati fatti i due film, che ultimano definitivamente la serie. Anche se è ispirata ad un libro di Candace Bushnell (infatti Carrie Bradshaw sono le iniziali della scrittrice poiché sua alter ego) prende sostanzialmente le distanze, ad esempio le interviste che si vedono solo nella prima serie, non c’è proprio paragone anche con i protagonisti stessi.Il motivo per cui questa serie mi è piaciuta è perché, finalmente, ha messo alla luce un lato delle donne che spesso non si conosce: le chiacchiere sul
sesso. Parla di ogni sfaccettatura delle relazioni, anche dell’amore omosessuale, e di come non ci sia alcun motivo di essere bigotti, siamo tutti uguali nel sesso. Ebbene sì, noi donne parliamo di sesso, dei nostri partner, delle loro prestazioni e delle dimensioni, e siamo anche piuttosto critiche, ma più che altro verso noi stesse. Qualcuno di voi lettori mi potrà dire “ma questo si sa, siete fatte così voi donne” e io vi faccio una bella domanda: “davvero credete in quello che avete detto? Quanto ci conoscete davvero da 1 a 10 signori maschietti?”. Però non ci sono solo le chiacchiere da donne, ci sono anche momenti molto toccanti che fanno desiderare di avere almeno un’amica come una di loro. Tra i momenti più toccanti sicuramente va citato il tumore al seno di Samantha (sesta stagione), che viene scoperto da tutte nel giorno del matrimonio di Miranda e che insieme, proprio durante i festeggiamenti del matrimonio stesso, ne parlano e le staranno vicino sempre ed in ogni momento. Come non ricordare il compleanno di Carrie (seconda stagione), in cui lei si sente sola perché non riesce a trovare un compagno e le amiche le assicurano che non sarà mai sola, perché il loro legame le ha rese le anime gemelle l’una dell’altra. Gli attori non sono mai stati banali, sia protagonisti che attori non protagonisti e comparse, sono stati capaci di realizzare e mettersi in gioco continuamente, nonché di compiere scene “molto” bizzarre, tanto che gli attori, nelle interviste, si dicono ancora turbati. Le situazioni “imbarazzanti” non sono mai volgari (come si potrebbe pensare inizialmente) ma spesso sono divertenti, è difficile non rivedersi in qualche appuntamento strano o orrendo oppure in qualche relazione.
Una critica che è stata fatta all’inizio della serie (e su questo concordo con gli autori a vederla come critica insensata) era dovuta al fatto che le protagoniste erano delle trentenni single! E quindi? Ecco perché amo “Sex and the city”: si è andati oltre ai soliti stereotipi, la donna single non è un’appestata che rimane in disparte nelle feste e in tutti gli eventi mondani. E’ una serie che veramente consiglio di vedere. Vedetela con le amiche o da sole, le risate sono assicurate ma anche le lacrime di commozione. Vedetela anche voi maschietti e non per un corso accelerato su come pensano le donne, purtroppo quello è un dono innato per pochi eletti!!!! Scherzo! Guardatela e vedete come uomini e donne siano simili in realtà e che le differenze, in fondo, sono necessarie in ogni relazione, sia etero che omosessuale. La trama in poche righe. Le quattro protagoniste rappresentano quattro sfaccettature dell’amore: Charlotte:ama il romanticismo e sogna la relazione perfetta, illudendosi ogni volta fino ad arrivare a gettare ogni insicurezza per diventa ebrea e sposare l’uomo che ama, Harry, che non vede come un ostacolo la sterilità di Charlotte. Miranda: è una tosta che riesce ad affermarsi come avvocato nella Manhattan piena di uomini, ma rifiuta gli altri perché riporta la durezza anche nei rapporti fino a Steve, con il quale avrà alti e bassi per tutta la serie e sarà il padre di suo figlio. Samantha: ama il sesso (e quanto sesso!) anche se, in fondo, anche lei cerca una relazione in cui si può combinare amore e amore per il sesso e trova in Smith, un uomo più giovane di lei di vent’anni, ciò che finalmente cercava. Carrie: è la single per eccellenza perché ha storie assurde, passionali, romantiche, bellissime ma nel suo cuore c’è posto per un solo uomo, Big. Big è il soprannome che Carrie dà a quest’uomo perché non sa molto di lui, non sa nemmeno il nome (si scoprirà solo alla chiusura della serie). Con Big vivrà un continuo tira e molla per tutta la serie fino ad arrivare al finale strappalacrime che chiude la serie stessa. (Curiosità: Big è l’unico uomo a rimanere per tutta la serie dalla prima stagione fino alla fine, subito dopo di lui c’è Steve, che entra nella seconda stagione e vi rimane anche lui fino alla fine).

27 ottobre 2013

OTTOBRE HORROR: The ring - Sette giorni per morire

“Sette giorni….morirai fra sette giorni..” Ultimo appuntamento del mese in vista di Halloween!! Oggi mi è sembrato più che doveroso parlare di un film che ha fatto tremare il mondo da costa a costa. Dalla frase che ho scritto all’inizio si può ben capire che parlo di “The Ring”, film del 2002 diretto da Gore Verbinsky ed interpretato da Naomi Watts. Il film riprende
un romanzo giapponese "Ring" di Koji Suzuki che ha dettato in patria una serie di film denominati “Ringu”. Nonostante non fosse stata la prima scelta, Naomi Watts ha raggiunto non solo il successo ma è diventata un’icona di questo horror. Rachel Keller è un’eroina diversa, una giornalista con il passato da ragazza – madre che si scontra con l’entità terribile di Samara Morgan. Il film è uno dei migliori horror degli ultimi anni, anche se nel sequel “The Ring 2”, non si ritrova tanto l’inquietudine del primo film ma si ritrova un aspetto psicologico e introspettivo, quasi da riuscire a giustificare quella rabbia mortale che Samara ha impresso nella cassetta. “The Ring” è un film suggestivo, inquietante, nello spettatore nasce una voglia / controvoglia di sapere che cosa si cela nel mistero della videocassetta, cosa ha fatto diventare quella bambina così “innocente” a diventare il mostro persecutore attuale, cosa è realmente successo in quella fattoria e soprattutto se quelle immagini della videocassetta sono reali. La paura è palpabile per tutto il film, lo spettatore sarà avvinghiato alla poltrona e salterà alle immagini grottesche
della cassetta o alla morte dei cavalli, cercando di ricomporre un puzzle quasi impossibile. Gli effetti speciali sono strepitosi. Nel primo come nel secondo film gli effetti speciali di Samara fanno da padroni, ma anche la renderizzazione del pozzo, l'acqua e i vari presagi sono fatti in modo eccezionale, davvero all'avanguardia! Due parole sulla cassetta, la mitica VHS! Sembrano passati secoli da quando si usavano e si compravano. A pensare che ora il film è anche in Blue – Ray (ancora inedito in Italia) sembra quasi un film che ricorda tempi lontani, invece erano i primi anni 2000 e ancora la VHS faceva tremare il mondo! Il successo di “The Ring” è stato plateale, ancora se ne parla. Su youtube potrete trovare anche dei tutorial per Halloween sul trucco di Samara, che facile non è ma è diventato un personaggio gettonatissimo insieme a Freddy Kruger, Jason, il pagliaccio It. Da non perdere! E vi raccomando … sette giorni!!!! La trama: Katie (Amber Tamblyn) è a casa con Becca (Rachel Bella), amica e compagna di scuola, e parlando di varie cose, Becca
racconta a Katie una storia paurosa. E’ la leggenda di una cassetta che se vista fa morire sette giorni dopo, a seguito di una telefonata intimidatoria che avviene subito dopo la visione della cassetta. Katie si spaventa perché lei quella cassetta l’ha vista davvero e ha ricevuto quella telefonata e si rende conto che quella sera è l’ultimo giorno. Becca non le crede ma subito dopo avvengono strani fenomeni e Katie muore portando alla pazzia Becca. Aidan (David Dorfman), il cuginetto di 9 anni di Katie, è sconvolto dagli ultimi eventi e la madre, Rachel, giornalista di cronaca nera, cerca un modo per affrontare la situazione. Katie era la figlia della sorella di Rachel, e proprio la sorella chiederà a Rachel di indagare sulla morte della figlia, perché il suo volto rasentava il terrore. Rachel comincia ad indagare ma quando visiona il nastro e riceve la chiamata capisce che qualcosa ha ucciso la nipote e che fra sette giorni ucciderà anche lei. Si rivolge a Noah (Martin Henderson), padre di Aidan, e lui inizialmente non crede ma quando è Aidan guarda involontariamente la cassetta i due cominceranno a prodigarsi per salvare almeno Aidan dalla maledizione.
Spero vi sia piaciuta la rassegna horror per Halloween e dato qualche consiglio per una serata all'insegna del terrore! Felice Halloween streghette e mostriciattoli! In settimana spero di mettervi qualche altra mia recensione horror, buttateci l'occhio!!

OTTOBRE HORROR – L’alba dei morti dementi (Shaun of the dead)

Eccoci al nostro terzo appuntamento con l’horror in vista di Halloween! Oggi voglio un po’ smorzare i toni parlandovi de “L’alba dei morti dementi” del 2004. Nonostante il titolo richiami un altro film horror, “L’alba dei morti viventi” non ne ha nulla a che fare. Questo film fa parte della trilogia “The three flavours Cornetto
Trilogy
”, infatti il seguito de “L’alba dei morti dementi” è “Hot Fuzz” del 2007. Gli effetti speciali sono ben resi nonostante sia un film del 2004 e gli effetti sugli zombie si sono evoluti nel tempo. Nonostante la trama sia molto spicciola e, a tratti, piuttosto (appunto) demente, scorre benissimo senza intoppi, non è né troppo superficiale e né troppo ansiosa. Gli elementi demenziali e gli elementi horror – drammatici si mescolano benissimo. L’unica nota dolente (se così si può dire) è il finale del film, in cui vengono abbandonati gli elementi comici e dementi per dar spazio al dramma e all’horror, ricordando allo spettatore che in fondo sta guardando un film horror con gli zombie e non una parodia.
Infatti non si deve considerare questo film come una parodia, non è assolutamente una critica nei confronti dei film con gli zombie, anzi. E’ un racconto da una prospettiva diversa, quella dell’uomo medio. Questo è un vero e proprio aspetto innovativo, il protagonista Shaun (Simon Pegg) è un uomo mediocre, con un lavoro normale e che conduce una vita modesta senza sfarzi, ritrovandosi da un giorno all’altro catapultato in un apocalisse zombie.
La trama: Shaun (Simon Pegg) è un uomo di trent’anni che lavora presso un ingrosso di elettrodomestici. Conduce una vita piuttosto mediocre, lavora, va a farsi una birra spesso al pub “Winchester” con il suo grande amico Ed (Nick Frost). Ed è un uomo sovrappeso perdigiorno che si è stabilito a casa di Shaun e non collabora in alcun modo al mantenimento della stessa e all’affitto. Per Ed, Shaun deve scontrarsi con Pete (Peter Serafinowicz), il suo coinquilino, e la fidanzata Liz (Kate Ashfield), che all’ennesimo errore di Shaun lo lascia per la gioia dei suoi amici Danielle e David (Lucy Davis e Dylan Moran). Nel frattempo a Londra accadono cose strane, i morti cominciano a tornare ma Ed e Shaun non notano nulla, addirittura camminano tra gli zombie come se niente fosse. Tutto questo continua fino a quando Ed trova uno zombie nel giardino e, ascoltando la tv, apprendono ciò che è successo. I due capiscono che in casa non possono rimanere, e decidono di recarsi al “Winchester” perché lo considerano sicuro. Ma prima devono salvare Liz e la madre di Shaun. Come riuscirà a sopravvivere il nostro eroe d’altri tempi (e modi)? Lo scoprirete solo vedendolo! Buona visione!

Ottobre Horror: Suspiria – la maestria del horror

Oggi è il secondo appuntamento dell’approfondimento che sto dedicando al genere horror per questo mese in vista di Halloween! Con molto orgoglio ho scelto di dedicarmi al cinema nostrano: vi parlo del grande Dario Argento. Per chi non lo sapesse, la filmografia horror di Dario Argento è stata tra le più acclamate al mondo.
Phenomena”, “Profondo Rosso”, “Inferno”, “La terza madre”, “Suspiria”, sono solo alcuni tra i titoli degli innumerevoli film scritti e diretti da questo grandissimo autore anche se, personalmente, preferisco di gran lunga i suoi film degli anni ’70 e ’80. Dario Argento è stato pioniere di un nuovo modo di descrivere la paura e l’orrore. Non è mai semplice inserire delle novità e dare una nuova prospettiva, ma Dario Argento non delude, è un vero artista. Ancora oggi, rivedendo i suoi vecchi film, lo spettatore sarà sempre in ansia e in preda a una visione eccezionale di una trama che non smentisce. Gli effetti speciali, nonostante quelli ai quali siamo stati abituati dal cinema moderno, sono comunque degni di nota. Un esempio può essere “Phenomena”: la mosca sarcofaga, si nota benissimo, è stata disegnata sulla pellicola, ma è capace di rendere la paura più reale e più palpabile, quasi toccasse da vicino lo spettatore per farlo immedesimare nelle vicende dei personaggi.
Il film che ho scelto oggi è “Suspiria”, perché si tratta della mia “prima volta” con Dario Argento: cercavo un film horror diverso, che mi desse emozioni e che non mi facesse inorridire dei soliti effetti speciali che trasformano i film da horror a splatter. “Suspiria” mi ha accontentata, nonostante sia un film del 1977. Fa parte della c.d. “trilogia”, insieme ad “Inferno” e “La terza madre”. Il film è ispirato ad un racconto, “Suspiria De Profundis”, di Thomas de Quincey. Questo film è uno dei capolavori di Dario Argento, la paura è connessa all’ansia dell’ignoto, lo spettatore comincerà a porsi delle domande e a volere sapere il segreto che si cela tra le mura dell’accademia di danza. Due parole sulla location e la fotografia. Dario Argento e la sua produzione si sono ispirati a molti film: “Il mago di Oz”, “Via col vento” e persino “Biancaneve e i sette nani”! La location è un vero palazzo, abitato da Erasmo da Rotterdam e sede di una banca. La licenza che consentiva le riprese fu revocata quasi subito, e così i set dovettero cambiare. Le riprese sono state fatte tra la Foresta nera, Monaco di Baviera e Friburgo. La storia è semplice e scorrevole e nonostante la sua semplicità ha
un forte impatto. Credo che questo film racchiuda il meglio di questo grande regista. Da non perdere veramente! La trama: Susy Benner (Jessica Harper) è la nuova allieva dell’accademia di danza di Friburgo. Susy arriva la sera prima del primo giorno di lezione e andando verso l’accademia incrocia una ragazza che corre nella direzione opposta. Una volta arrivata nessuno la fa entrare, affermando di non conoscerla. Il giorno dopo si reca nuovamente all’accademia e le spiegano che c’è stato un errore, chi le ha risposto la sera prima al citofono non era al corrente del suo arrivo. Susy, dopo essersi sistemata, conosce le compagne Sarah (Stefania Casini), la ragazza che ha la camera vicina a quella di Susy, e Olga (Barbara Magnolfi), l’insegnante miss Tanner (Alida Valli) e la vice direttrice dell’accademia madame Blanch (Joan Bennett). Susy, ad un certo punto, si sente male e
sviene per via di uno strano ipnotismo fattole dalla cuoca. Le viene prescritta una cura di riposo e di vino rosso per farla stare su. Nel frattempo tutta l’accademia assiste ad una serie di fenomeni misteriosi, come la caduta dal tetto di vermi e la morte orrenda un’allieva, Pat. Susy scopre che Pat era la stessa ragazza che correva la sera del suo arrivo. Sarah indaga sulla morte di Pat, erano molto amiche le due e non si dà pace anche per certe cose che la stessa Pat le ha rivelato prima di morire. Sarah, inoltre, sente strani rumori la notte che le mettono terrore. Susy capirà che c’è veramente qualcosa di sbagliato quando scompare misteriosamente Sarah, proprio quando quest’ultima aveva quasi scoperto quali segreti si celano tra le mura dell’accademia.

Presentazione

Salve a tutti! Forse qualcuno mi conosce già ma per chi non mi conosce sono Maria Teresa Murano, alias Charlotte_Sometimes. Mi conoscerete per essere l'autrice del blog conosciuto "Nato da un desiderio" in cui scrivevo di musica soprattutto e per la mia collaborazione con il sito Geekyourself.it La collaborazione ora è giunta al termine e ho pensato di rimodernare il mio blog inserendovi i miei articoli scritti su Geekyourself.it, in modo che chi mi seguiva precedentemente riesce ancora a seguirmi. Inoltre, riprenderò la mia rubrica musicale che, per impegni, ho lasciato un po' a sé stessa. Seguitemi e non rimarrete delusi!! Enjoy! Charlotte_Sometimes

Ottobre Horror - Hellraiser

Ottobre, uno dei miei mesi preferiti! L’autunno comincia a farsi sentire, le foglie cadono, si comincia ad indossare qualcosa di più pesante, la sera è preposta per vedere un film … soprattutto horror. Ottobre è il mese di Halloween! Io ho pensato di cogliere la palla al balzo, questo mese vi offrirò qualche assaggio per darvi idee, spunti e qualche consiglio in vista della notte più paurosa dell’anno. Oggi comincio parlandovi di una saga horror, “Hellraiser”.

La saga di “Hellraiser” è iniziata nel 1987, su ispirazione del racconto di BarkerThe Hellbound Heart”. Il film è stato scritto e diretto da Barker stesso, insieme a Clive Bradley e Doug Chapman. In Italia potete trovarlo anche con il nome di “Hellraiser – Non ci sono limiti”. I film sono in tutto otto, la saga è continuata fino agli anni 2000 e nel prosieguo si è un po’ spostata la trama rispetto all’inizio. “Hellraiser” è uno dei classici dell’horror che vanno visti. Come non dimenticare (e non sapere soprattutto!) l’enigma del cubo che, una volta risolto, apre le porte di un mondo infernale, dove i confini del dolore e del piacere sono talmente sottili che si incontrano.

Un mondo orribile, dove le anime vengono torturate fino a divenire loro stessi torturatori sadici e infernali: diventano i cosiddetti cenobiti. Non si può dimenticare il cenobita per eccellenza Pinehead, interpretato da Doug Bradley. Nel racconto non c’è un ruolo primario di Pinehead, invece nel film sarebbe
il capo del gruppo di cenobiti che dà la caccia a Kristy (Ashley Laurence). Questa modifica, però, è stata fatta involontariamente, infatti non era intenzione di Barker di continuare la storia e aveva inserito tutti i cenobiti del racconto. Questo lo si può evincere dalle storie differenti che si susseguono nella saga, dettando proprio un distacco rispetto ai primi film, sia di trama che di protagonisti.

Comunque sia, “Hellraiser”, specie i primi film, gettano lo spettatore in uno stato quasi ipnotico, nasce una curiosità folle per vedere risolto l’enigma del cubo e vedere che cosa cela la sua soluzione. Lo spettatore sarà colto di sorpresa vedendo questo strano mondo infernale, fatto di dolore e di piacere rendendolo ancora più malato, mettendo più curiosità e più paura nel non voler sapere a quali torture i cenobiti possono sottoporre le anime dei malcapitati. Ma ciò che terrorizza è vedere lo stato delle anime torturate, che riescono a fuggire da questo mondo infernale se cade qualche goccia di sangue nel luogo in cui hanno risolto il cubo, poiché è il luogo della loro tomba.

Oggi mi viene un po’ difficile descrivervi la trama di "Hellraiser", perché ogni film ha una sua trama. Vi riporto la trama del primo film, in modo tale che possiate incuriosirvi!

La trama: Larry Cotton (Andrew Robinson) ritorna nella sua città natale insieme alla sua seconda moglie Julia (Clare Higgins). I due vanno a vivere nella casa di famiglia di Larry, abbandonata da diverso tempo. Larry, andando in giro per casa, trova oggetti che fanno presumere la presenza del fratello di lui, Frank (Sean Chapman), da tempo scomparso senza dare alcuna notizia di sé. Julia spera di non vedere Frank, anche perché nasconde un segreto. Julia, infatti, ha avuto una notte di passione con Frank proprio il giorno prima del matrimonio. Da allora ha sempre provato amore e attrazione folle per Frank. Mentre Julia ripensava a quella famosa notte, Larry entra nella soffitta ferito mentre faceva il trasloco. La mano ha un taglio profondo che provoca la fuoriuscita copiosa di sangue, ma i due non
si accorgono che il sangue caduto per terra è stato assorbito dal pavimento ed uscendo dalla stanza non si accorgono che è fuoriuscito un essere orrendo. Solo Kristy, la figlia di Larry, capirà che c’è qualcosa che non va, a partire dal comportamento strano e lascivo della matrigna e ai strani fenomeni che avvengono in casa.

Buona visione spaventosa! A domenica prossima!