5 novembre 2013

Parliamo di musica - Bauhaus

Gruppo di definizione post- punk, compare sulle scene musicali degli anni ’80 e si inserisce nel quadro del “Gothic Rock” insieme a Cure, Siouxie and the Banshees e Joy Division (New Order oggi) . Il loro sound ha molti punti in comune soprattutto con i Cure, infatti si denotano moltissime assonanze nell’uso delle tastiere, i suoni profondi di basso e stridulo forte delle chitarre dando quella scossa di energia che non guasta. Il loro nome deriva dal movimento culturale tedesco “Bauhaus” , la scuola d’arte nata nel 1919.
I Bauhaus sono sempre un gruppo che mi hanno attratto. Sebbene io preferisca di gran lunga i Cure, i Bauhaus non sono da evitare, anzi. Il loro suono psichedelico ha dato quel tocco in più ad un genere che ne aveva bisogno, un tocco necessario secondo me. Nei cantanti e nelle band a venire (ad esempio Bjork e Placebo) si sente parecchio il suono psichedelico e a me viene in mente proprio questo gruppo. Nonostante la loro storia sia piuttosto movimentata (si sono sciolti e ricomposti dopo ben 15 anni!) hanno un’espressione profonda, vanno ad analizzare una parte che i Cure non sempre fanno e questa è la loro particolarità. Mentre i Cure vanno a cogliere le sfumature di ogni parola delle loro canzoni tramutando i silenzi in melodie indimenticabili, i Bauhaus vanno ad analizzare i suoni, è un lavoro al contrario, si focalizzano di più sul suono che sulle parole. Ora so che in questo momento vi ho piuttosto confusi, penserete che bene o male tutti fanno così, che ci sono molti artisti che scrivono testi senza senso ma la melodia è meravigliosa ma vi invito, come sempre, a riflettere e ad ascoltare. I Bauhaus hanno scritto dei testi unici, incredibili, profondi e la melodia è parte integrante di questo lavoro ma per capire il loro pensiero vanno considerati separati: da una parte il testo, da una parte la melodia. Il testo è un’espressione varia, va dall’analisi introspettiva di sentimenti, di individui, di inni, di cover (come quella di David Bowie, di cui si sente molto l’influenza), contengono le pietre miliari che hanno fatto il “Gothic Rock”. Canzoni come “Ziggy Stardust” denotano il rispetto e l’ammirazione verso David Bowie facendo la cover della sua stessa canzone. L’intero album “Burning from the inside” rappresenta una profondità unica (anche se per suoni sono un po’ scostanti rispetto all’inizio) ma ascoltando “She’s in parties” non si può non immaginare di come vadano ad analizzare una “lei ai party”, cercando di carpirne ogni concetto racchiuso in ogni sua parte e, pertanto, importante e misterioso. La melodia è un’altra espressione che è diversa dal testo ma crea un tutt’uno allo stesso tempo. E’ una melodia a volte cupa, a volte malinconica, a volte misteriosa. Esempi possono essere le canzoni “The sanity assassins” in cui c’è un’alternare di basso e chitarre ipnotico, oppure “Bela Lugosi’s dead” che rappresenta, secondo me, l’esempio più lampante dell’espressione dei Bauhaus: “Bela Lugosi è morto. Non morto, non morto, non morto…” : la ripetizione del testo e del ritmo che prende, che trascina. Come poi non citare “The Three Shadows” che si divide in tre parti denotando come ad ogni ombra spetti non solo un testo ma anche un suo ritmo, si sente come la descrizione faccia parte dell’espressione del mondo di ogni protagonista della parte. Chi ascolta i Cure le assonanze le noterà sicuramente come anche le differenze. Mentre nei Cure c’è sempre un senso di smarrimento, di dolore interiore che tace e grida a seconda del momento (come nei testi e nella melodia) nei Bauhaus questo non sempre non sussiste, c’è un senso di mistero ma di continua ricerca, c’è una sorta di traccia positiva e che si è imposta nel tempo nella melodia lasciando le tracce cupe degli inizi e del successivo sviluppo negli anni ’80 e parte dei ’90.

I Bauhaus sono un gruppo che mi colpiscono sempre di più ogni volta che li ascolto. Sono una continua scoperta perché c’è sempre un particolare che mi è sfuggito nell’ascolto precedente, infatti mentre scrivo ho come la sensazione che non sto dicendo tutto, sono veramente incredibili da questo punto di vista. Li ammiro perché hanno sempre saputo reinventarsi, hanno sempre mantenuto quell’espressione mettendo fuori i problemi del gruppo. Sono unici. Anche se non prenderanno mai il posto che ho nel cuore per i Cure, i Bauhaus meritano, però, un po’ di spazio. Fatelo anche voi, non ve ne pentirete.

Consiglio di ascoltare: l’album “Burning from the inside”, “Bela Lugosi’s dead”, Ziggy Stardust”, l’album “Sky’s gone out”, “The sanity assassins”, “Who killed Mr. Moonlight”, ”Kingdom’s coming”, “The three Shadows Part 1, 2, 3”, “The passion of lovers”, “Spirit”, “Hollow Hills”.

Nessun commento:

Posta un commento