Il cinema negli anni è mutato
parecchio. È passato dall’essere la fabbrica dei sogni aalla fabbrica degli
effetti digitali. Adesso abbiamo una visione diversa del cinema, scalpitiamo
nel vedere a che punto la tecnologia ci possa mostrare il film. Quando penso a
questo mi sento nostalgica. Con tutta questa tecnologia mi manca vedere un film
in “vecchio stile”! Un film dove non
c’è bisogno di un grande supporto tecnologico, nel quale regna la semplicità e
l’arte. Non che non mi dispiaccia vedere i film moderni, anzi. Io non sono di
materia e non posso esprimermi in giudizi prettamente tecnici, ma sento questa
mancanza. Alcuni film sono di grande impatto visivo, la tecnologia dà un grande
contributo nella regia. Però non posso non dire che tutto ciò è altamente
bello! Se ci fate caso adesso il film d’azione si vede almeno in 3D, i kolossal
arrivano a costare più di un mutuo trentennale per l’apporto tecnologico, siamo
diventati schifiltosi se gli effetti speciali non sono di un certo tipo. A pensare
che tutto ciò è solo fantasia…
Oggi vi parlo di un film
particolare, che ha fatto molto discutere: “S1m0ne”, scritto, diretto e prodotto da Andrew Niccol nel 2002. Al Pacino,
il protagonista del film, è come sempre all’altezza delle situazioni. Ha saputo,
con la sua grande maestria, interpretare il ruolo di Viktor Taransky dimostrando il lato oscuro di Hollywood. Un regista
al lastrico, che vuol dare filo da torcere a chi lo ha dato a lui mediante la
finzione. Ecco, è proprio questo il punto nevralgico della situazione, la
finzione! La finzione del cinema investe anche gli attori, la loro vita. Tutti
vogliamo sapere (chi più e chi meno) se quell’attrice è sposata con
quell’attore, se sia impegnato socialmente, se sia uno sventurata, vogliamo
sapere tutto sulla nostra beniamina preferita. Allora si scatena tutto il giro
dello show business, si muove un circolo (o circo?) decisamente assurdo. Ma
nella realtà tutto ciò è davvero come ci appare? Esiste realmente, è in carne e
ossa così come lo vediamo? O la celluloide ha colpito anche l’esterno? Il film
ruota tutto intorno a questa domanda. Fin dove riusciamo a capire il confine
tra realtà e finzione? Tutto ciò ci viene difficile, c’è un confine così
sottile da non riuscire a distinguere realtà e finzione. E come facciamo a
venirne fuori? Lo accettiamo oppure lo neghiamo? La risposta spetta solo a noi.
Qualche curiosità! L’attrice
digitale che vediamo nel film, “Simone”,
è un attrice in carne e ossa. E’ una modella canadese, tale Rachel Roberts, che ha lavorato per le
major delle agenzie di moda e sfilato per Ralph
Lauren, Victoria’s Secret, Gap, Bottega Veneta, Ferré e Sisley. Ha inoltre recitato in alcune
puntate come guest star di “Ugly Betty”,
“Numbers”, “Flashforward”, “Entourage”
ed altri.
La trama: Viktor Taransky (Al Pacino) è un regista in crisi. Da
anni fa film senza successo e ora è stato scaricato dal suo produttore/ex
moglie Elaine (Catherine Keener).
In questa situazione viene avvicinato da un informatico, tale Hank
Aleno (Elias Koteas), che ha
studiato una simulazione del tutto originale. Il destino vuole che Hank muoia e
che lasci in eredità proprio a Viktor questa simulazione: è così che nasce Simone
(Rachel Roberts), abbreviazione di Simulation One. Inizia così il successo
di Viktor! Tutti diventano pazzi per Simone, diventa un fenomeno mondiale. Ma
nessuno si accorge che è digitale. E più va avanti la finzione e più aumenta la
sua notorietà. Ma fin dove Viktor è disposto a spingersi? Tutto ciò può
rivoltarsi contro di lui in ogni momento ma Viktor continua…
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